Il Presidente internazionale Arezzo a tu per tu con i rotariani italiani

Presidente internazionale Arezzo su Zoom

Il neo Presidente internazionale del Rotary 2025-26 Francesco Arezzo, tra i suoi primi contatti a pochi giorni dal suo insediamento, ha voluto salutare i Distretti e Club di Italia, Malta e San Marino. Un incontro online che si è svolto mercoledì 9 luglio al quale hanno partecipato da remoto circa 1000 rotariani.  

Sul canale YouTube del nostro Distretto 2071 abbiamo pubblicato una sintesi video di circa 6 minuti, consultabile al termine di questo articolo. Sempre su YouTube (canale «JDG Rotary») è invece pubblicata l’intera registrazione di tutto l’incontro. Ne riassumiamo qui alcuni dei passaggi principali.  

Membership. Circa il primario obiettivo dello sviluppo dell’effettivo Arezzo ricorda da come «dobbiamo schiodarci da questo milione e duecentomila soci nel mondo che non riusciamo a superare da 25 anni e forse più. È un numero che dobbiamo abbandonare, ma nella mia visione dobbiamo farlo con giudizio e con spirito di realtà». «Guardo sempre con una certa apprensione - aggiunge - agli aumenti improvvisi. Come, ad esempio, l’ingresso in un Club di 20 soci nuovi. Tutti insieme. Bisogna poi vedere, dopo due anni, quanti ne rimangono». «Le porte girevoli dei soci che entrano ed escono subito dopo non ci fanno bene, ci fanno spendere tanta energia, ma non ci portano poi a risultati concreti. Quindi aumentare, certamente ma con giudizio, perché l’aumento dell’effettivo resta sempre uno degli obiettivi più importanti da perseguire».  

End Polio Now. «Altro obiettivo rimane sempre l'eradicazione della polio» ricorda il Presidente internazionale. «Ci siamo sempre molto vicini, ci sembra quasi di toccarla ma non riusciamo ancora ad arrivarci. Il numero dei casi che riscontriamo nel territorio, nelle acque reflue dei paesi ancora endemici, sta comunque migliorando molto. Nell'ultimo anno anzi sono migliorati moltissimo, ciò significa che la circolazione del virus è stata ridotta molto. Questo ci fa ben sperare che i casi possano diminuire molto presto e speriamo fino a scomparire. Per questo non dobbiamo mollare il nostro impegno». 

Unite for good. «Non è il ‘motto’ ma un vero e proprio ‘messaggio’ presidenziale di quest’anno» dice Arezzo. «Personalmente intendo questo ‘unite’ non solo come unione nello spazio, unire i soci che lavorino come un sol uomo. Occorre anche unire più club insieme nei nostri progetti, unire partner esterni, unire altre organizzazioni, unire le amministrazioni locali. Noi dobbiamo lavorare con tutti, perché insieme possiamo fare cose enormi». Ma «Unite for good - aggiunge - non significa solo unire nello spazio ma anche nel tempo. Sono convinto che non possiamo fare dei progetti significativi se ci limitiamo a pensarli e a svolgerli nel nostro spazio, se pensiamo cioè al concetto di ‘mio progetto’, di ‘mio anno’. Occorre quindi lavorare con tutti gli altri, non essere non un corridore che corre per sé, ma il membro di una staffetta che corre insieme agli altri».   

Fondazione Rotary Italia. «Vi chiedo di impegnarvi in maniera ancora più profonda - prosegue il Presidente internazionale - con la Fondazione Rotary d'Italia, che è stata la mia creatura di cui vado tanto orgoglioso. Non potrò continuare ovviamente a presiederla, ma vi prego di sostenerla in maniera forte, più forte ancora di quando c'ero io. Di sostenerla con il vostro affetto, col vostro supporto. Il rotariano deve pensare ai bisogni delle comunità ovunque essi siano, ai bisogni più urgenti, ai bisogni più gravi, ovunque sia necessario. Non solo sul proprio territorio. Non dobbiamo chiuderci in un egoismo che non è degno del mondo rotariani.  

Cambiamento. «Ricordiamo che non ci possiamo opporre al cambiamento». «Fuori dalle nostre mura dove ci riuniamo - sintetizza Arezzo - la società cambia velocemente. Cambia anche se noi non vogliamo. Quello che possiamo e dobbiamo fare è cercare di capire e, se possibile, guidare il cambiamento».  

Rotaract. «I giovani sono una realtà che non possiamo ignorare. Si diceva una volta che il Rotaract era il nostro futuro. Oggi invece più di ieri è il nostro presente. Deve essere il nostro serbatoio, di idee, di innovazione». «Pensare a un Rotary senza Rotaract - conclude - significa già fare un po' morire il Rotary, perché senza l'apporto di idee nuove, di entusiasmo, di modi di pensare diversi che può portare il Rotaract noi sicuramente andremmo a deperire». 

 

(SAdd)

 

 

SINTESI VIDEO 

 

https://youtu.be/LfpcYMX3a1w

 

 

FOTO DI COPERTINA  - Un gruppo di Rotariani assiste alla videoconferenza del Presidente Internazionale Francesco Arezzo